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al testo di Marco Ribani
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V Luna piena La luna questa notte è un enorme occhio aperto per vigilare sul passaggio degli umani. La tenebra è un manto di cobalto che nasconde la misera ricchezza delle cose ; La guarda un ragazzo che questa notte fugge. Lascia la casa .Esce. Tracima. Con l’entusiasmo del torrente lascia la casa Calpesta. Sprofonda. Emerge. Nel fianco instabile della montagna intrisa Calpesta. Sprofonda. Emerge Si ferma guarda il fluire di paesaggi e nubi di acque e fuochi e poi all’improvviso li vede fuggire nubi di acque e fuochi laggiù nella valle un fluido denso e vivo di legno carne ed escrementi . Sale l’ odore di marcio del giorno. legno e carne ed escrementi Salgono le voci di esseri viventi immersi in una fertilissima miseria . Gomitoli di un unico filo. Immersi in una fertilissima miseria Sale un odore acre di uomini sconfitti e taciturni . Eppure il filo dell’esistenza li fa sembrare perle uomini sconfitti e taciturni Il ragazzo sente la povertà del sogno che porta nelle tasche. Sente che deve formulare una grande domanda la povertà del sogno Si ferma e con gli occhi innocenti rivolge una domanda muta alla luna con gli occhi innocenti Ma non accade nulla. Solo la luce inesorabile del giorno comincia a cancellare la notte Ma non accade nulla Il ragazzo teme che la luna non gli indicherà alcunchè nel buio sprofondo della notte nel buio sprofondo Allora vattene dice offeso alla luna, ma lei finalmente risponde finalmente risponde Aspetta aspetta figlio mio – Dice la luna -. Prendi questa vita questa. Che è tua. Prendi questa vita questa. Cerca il luogo dove le madri nutrono i figli con il latte delle stelle con il latte delle stelle giunge il sole ; Mettiti in cammino e canta. Che sia un canto Che sia un canto che chiama la terra che chiama la madre che chiama noi fratelli che chiama il fuoco che chiama il fiato che chiami la terra la madre i fratelli il fuoco il fiato Non sa che che quel canto aprirà una larga e fertile ferita nello splendore della miseria Non sa VI Luna piena La luna questa notte è una domanda di grazia per i condannati Torturatori e torturati. Ladri e derubati. Schiavi e padroni. Cattivi e buoni. La guardano tutti E la luna finalmente risponde. Dice che i territori nemici non esistono e che il mantello dell’egoismo il mantello dell’egoismo è troppo corto per proteggere l’umanità e che non c’è abbastanza luce per illuminare criminali e innocenti non c’è abbastanza luce per illuminare i chimici, i professori, i divulgatori di veleni. Tutti con i loro camici bianchi i divulgatori di veleni Sulle porte permangono le civette inchiodate con i chiodi sottilissimi della paura le civette inchiodate Uomini che si credono tiratori scelti sono in realtà il bersaglio sono in realtà il bersaglio ingranaggi del tempo meccanico che macina le vite dimenticate in un mondo in rovina le vite dimenticate Le donne sono in pasto alle piaghe e partoriscono uova gigantesche ad ogni rivoluzione astrale Le donne sono in pasto alle piaghe nessuna verità risiede in questa terra eppure tutti sorprende uno sgomento muto ma nell’universo ormai tutto ride e dal riflesso della grande sorella scende una nuova linfa per gli insorti Si faccia allora avanti chi sa fare il fuoco Si faccia allora avanti chi sa crescere il grano Si faccia allora avanti chi sa come si ottiene la farina Si faccia allora avanti chi sa lievitare l’impasto magico e vitale E con il fuoco il pane. E con il fuoco il pane . E con il fuoco il pane Cominciamo da qui |
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